📣Associazione onData newsletter #3: i dati per assegnare i colori alle regioni, quelle delle prove INVALSI, storie e non storie di donne ...
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COVID-19, Italia: cambiano i criteri sull’assegnazione dei colori alle regioni, ma i dati sui posti letto non sono ancora un bene comune
Sono cambiati i criteri sull'assegnazione dei colori alle regioni, ma i dati sui posti letto non sono ancora un bene comune:
1️⃣ disponibili solo quelli dell'ultimo giorno;
2️⃣ disponibili soltanto in formato HTML;
3️⃣ pubblicati senza essere associati a codici standard.
Allora #datiBeneComune ha chiesto al Ministero della Salute e all’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali di fare diversamente. E di fare un passo in più: avere la distinzione per fasce di età, paese di provenienza e genere.
INVALSI e Open Data: c’è ancora molto da lavorare
Le prove INVALSI (acronimo dell’"Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione") sono prove scritte svolte ogni anno da alunni/e della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, il cui obiettivo è valutare il livello di apprendimento di alcune competenze fondamentali in Italiano, Matematica e Inglese.
I risultati 2020-21 delle prove (di cui si è parlato molto nei giornali in queste settimane) non sono al momento disponibili nella sezione Open Data del sito INVALSI. Le informazioni sono disponibili soltanto come report in PDF, pillole video e infografiche, oppure facendo richiesta nel sito, previa registrazione e l’invio di un modulo a un indirizzo email.
Non è il modo adeguato per valorizzare le risorse del patrimonio informativo pubblico e allora abbiamo chiesto di fare diversamente, come raccontano Damiano Bacci e Paola Masuzzo nel nostro blog.
La direttiva europea sui dati aperti da recepire in tutti paesi UE
La direttiva UE relativa all'apertura dei dati e al riutilizzo dell'informazione del settore pubblico è entrata in vigore il 16 luglio 2019, in sostituzione di quella "sull'informazione del settore pubblico (PSI)".
La Direttiva si occupa dell'impatto economico del riutilizzo delle informazioni, al loro accesso da parte delle persone e incoraggia i paesi dell'Unione Europea a mettere a disposizione quanti più dati possibile: i materiali detenuti da ministeri, agenzie statali, Comuni e organizzazioni finanziate principalmente da o sotto il controllo di autorità pubbliche (come ad esempio molti istituti meteorologici).
I paesi dell'UE dovevano recepire la direttiva (UE) 2019/1024 entro il 16 luglio 2021. Per l'Italia il riferimento è la legge 53 dell'aprile 2021.
Questi alcuni dei punti chiavi che le nuove norme attiveranno:
stimolare la pubblicazione di dati dinamici e l'adozione di API;
limitare le eccezioni che attualmente consentono agli enti pubblici di addebitare costi superiori ai costi marginali di diffusione per il riutilizzo dei propri dati;
ampliare il campo di applicazione della direttiva ai dati detenuti da imprese pubbliche e a quelli del mondo della ricerca derivanti da finanziamenti pubblici;
rafforzare i requisiti di trasparenza per gli accordi pubblico-privati riguardanti l'informazione del settore pubblico, evitando accordi esclusivi;
introduzione del concetto (già presente in altri contesti) dei set di dati di alto valore (geospaziali, osservazione della terra e ambiente, meteo, statistici, dati su imprese e aziende, mobilità).
La donna che ci ha portato i dati sulla Terra nei nostri calcolatori
I dati satellitari sono sicuramente tra i dati aperti più importanti, utili, ricchi, ben descritti, come quelli del nostro amato progetto Copernicus.
Mezzo secolo fa, Virginia Tower Norwood ha guidato lo sviluppo del primo scanner multispettrale per osservare la Terra dallo spazio. Uno delle costellazioni di satelliti più importanti - la Landsat - grazie a questa a scoperta raccoglie dati sulla Terra da decine di anni.
Fu una studentessa del MIT, quando questo istituto non aveva ancora dormitori per donne; queste potevano cenare nelle mense del dormitorio soltanto come ospiti di studenti maschi. E dopo gli studi si trovò a lavorare in contesti in cui c'erano parcheggi soltanto per uomini o colleghi che si licenziavano perché una donna era il loro capo. Per fortuna tutto questo non riuscì a limitare la sua inventiva e la sua concretezza.
La NASA negli anni 70 voleva catturare immagini analogiche e registrare le sezioni verde, rossa e nel vicino infrarosso dello spettro elettromagnetico. Ma Virginia Tower Norwood pensava che uno scanner multispettrale (MSS) potesse essere più utile, perché sarebbe stato in grado di catturare sia la luce visibile che quella invisibile e ordinarla in più di tre bande spettrali, creando un tesoro di informazioni: una fascia, ad esempio, consentirebbe lo studio della qualità dell'acqua, un'altra rivelerebbe il vigore dei raccolti, una terza potrebbe mostrare l'assorbimento di clorofilla, altre potrebbero essere usate per determinare l'umidità del suolo o la densità del manto nevoso.
Per anni, grazie a lei e a tante altre persone, chiunque nel mondo ha potuto acquistare un'immagine Landsat di qualsiasi luogo sulla Terra per soli $ 1,25; dal 2009 tutte le immagini Landsat sono diventate disponibili gratuitamente.
Dati come quelli del Landsat sono un vero bene comune, con un valore molto più grande di quello probabilmente immaginato nell'anno del lancio, il 1972. Oltre a svolgere un ruolo chiave nell'aprire l'era dell'imaging digitale, i suoi scanner hanno documentato ad esempio la quasi scomparsa del Lago d'Aral tra il Kazakistan e l'Uzbekistan, prima che due dei suoi fiumi di alimentazione fossero deviati per uso agricolo. Le immagini degli incendi del Parco di Yellowstone del 1988 hanno notevolmente migliorato la nostra comprensione della scienza degli incendi. Hanno anche documentato cose come il ritiro dei ghiacciai, la straordinaria crescita di Pechino e l'eruzione del Monte Sant'Elena nel 1980.
La bellissima storia della dott.ssa Norwood, con molti più dettagli, è raccontata in uno degli articoli di copertina del "MIT Technology Review".
Un'analisi - basata sui dati - sull'uguaglianza di genere nei media
Il Global Media Monitoring Project è uno studio sul divario di uguaglianza di genere nelle notizie, da cui emerge spessa una condanna all'oblio del genere femminile: ad esempio in Africa le donne rappresentano soltanto il 22% delle persone descritte in vario modo nei media.
A livello mondiale, le donne sono soltanto 1 su 4 dei soggetti o delle fonti di notizie. Questa proporzione è leggermente migliore nel digitale, ma al ritmo corrente, ci vorranno almeno 67 anni per colmare il divario medio globale di uguaglianza di genere nei contenuti dei media.
Nel sito del progetto oltre al report globale, ci sono quelli per macro regioni e il dettaglio per 114 paesi, tra cui l'Italia.
Il divario di genere nella toponomastica
È dunque un uomo il 93% di tutte le persone a cui è dedicata una strada nei 21 capoluoghi delle regioni e province autonome in Italia. Un divario così ampio, cosa ci dice della società che l’ha prodotto? La toponomastica, nelle parole della presidente di Toponomastica femminile Maria Pia Ercolini, è un riflesso del valore che una comunità assegna ai suoi membri.
L'indagine in scrolly-telling di Giorgio Comai e Alice Corona, con Lorenzo Ferrari, Ornaldo Gjergji e Chiara Sighele, con il design di Sheldon.studio è preziosa perché stimola riflessione ampie, a partire da un'analisi verticale fatta in modo curato e piacevole 👏.
I dati utilizzati per realizzarla sono aperti, machine readable e raccolti dalle persone: OpenStreetMap e Wikidata.
Il FOSS4G 2022, sulle tecnologie geografiche libere e open source si svolgerà in Italia
Qui in onData amiamo molto le mappe, i dati cartografici e il software open source e siamo quindi molto contenti che il più importante convegno a tema del 2022 sarà in Italia.
C'è un pizzico di orgoglio perché abbiamo fatto una lettera di endorsement alla OSGeo Conference Committee, per sostenere la proposta the Associazione Italiana per l'Informazione Geografica Libera per farlo nel nostro paese
Inizia a contare: il potere e i limiti dei dati nello svelare il mondo
Si è tenuta da poco l'edizione festinalente del TEDx Cuneo; ve la siete persa? Niente paura, i talk si possono recuperare online.
Ce ne è uno in particolare che vogliamo suggerirvi: quello di Donata Columbro, socia onData, giornalista, e socia fondatrice di Dataninja.
Donata Columbro parla di dati (ovviamente!), ma lo fa gettando luce su zone ombrose di cui parliamo ancora troppo poco: i dati come strumento per rappresentare la realtà, come mezzo per innescare battaglie e riforme sociali, con il loro grande potere, e con le responsabilità che ne derivano.
Conta davvero solo cioè che viene contato?
Tutte le risposte, ma soprattutto le domande, qui (💜una carezza speciale a Donata).
Il tracciamento, la trasparenza nella Pa e il segreto statistico. I dati da soli non bastano
Il nostro Daniele Crespi, dopo questo anno e mezzo di "infodemia" paradossalmente ricca di tanti dati non dati, è una delle persone che per mestiere, esperienza e cultura è più sul pezzo. Ha raccontato quello che è successo nella stanza dei bottoni dei dati "lombardi", durante il primo anno di Covid-19.
Lo intervistano Cristina Da Rold e Luca Tremolada su "Info Data" de "Il Sole 24 Ore".
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