📣 Associazione onData - Newsletter #35
Difendere la scienza dalla censura, e l'occasione mancata dei dati aperti sui numeri civici. E tanto altro
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🔬 #DefendResearch: difendere la scienza dalla censura
Dal giorno del suo insediamento, l'amministrazione Trump ha intrapreso una serie di azioni che sollevano enormi preoccupazioni riguardo lo stato della ricerca scientifica negli Stati Uniti. Queste misure includono la rimozione di dati dai siti governativi, il blocco selettivo dei finanziamenti per progetti di ricerca, e l'imposizione di restrizioni terminologiche nelle pubblicazioni scientifiche.
Trump ha firmato e continua a firmare dozzine di ordini esecutivi che stabiliscono come il governo deve operare nel quadro delle leggi esistenti, anche per quanto riguarda la ricerca scientifica. Ritirare il paese dall’Accordo di Parigi del 2015 per la riduzione delle emissioni globali e abbandonare l’Organizzazione Mondiale della Sanità non era abbastanza, a quanto pare. La lista è lunga e preoccupante: tagli ai finanziamenti federali destinati alla ricerca scientifica, riduzione della forza lavoro, parole da evitare nei materiali della ricerca - e quindi interi dataset rimossi dal web, manoscritti modificati, studi cancellati. Parole proibite significa censura. E censura significa ledere l’integrità scientifica, limitare la libertà accademica, e impoverire gravemente la ricerca.
Quello che sta succedendo è grave, gravissimo: mette a rischio la libertà di pensiero di chi fa ricerca, continua a opprimere intere comunità - soprattutto quelle più fragili - e segna l’inizio di una discesa verso un futuro sempre più oscuro.
#DefendResearch è il grido di resistenza della comunità scientifica contro i tentativi di censura e di oppressione messi in atto dall’amministrazione Trump.
La “Declaration To Defend Research Against U.S. Government Censorship” è una call to action aperta a tutta la comunità accademica - e a tutte le persone interessate - a condannare e a resistere ai recenti atti di censura della ricerca da parte del governo degli Stati Uniti. Firmando la declaration, ti impegni a fare almeno una di queste cose:
Mostrare supporto alle istanze di resistenza contro la censura implementata dal governo statunitense.
Promuovere spazi - virtuali e non - in cui ricercatori e ricercatrici possano condividere, salvaguardare e conservare il proprio lavoro, al di là della censura.
Tenere traccia e registrare tutti i casi di censura del governo statunitense.
Condividere il più possibile la declaration e incoraggiare quante più persone e organizzazioni a firmarla.
CALL TO ACTION: firma la declaration, usa l’hashtag #DefendResearch sui social, scarica il banner grafico da qui, condividilo sui social, stampalo, lascialo in giro, scattati una foto e usala come immagine profilo! Ci sono tanti modi per non stare in silenzio, scegline almeno uno!
📍 I dati aperti sui Numeri Civici sono un’opera incompiuta, non sono di alto valore
Il 24 febbraio 2025 è stata diffusa la notizia della pubblicazione dei dati aperti dell’Archivio Nazionale dei Numeri Civici delle Strade Urbane (ANNCSU). Due tabelle principali: lo stradario, e l’indirizzario.
Fanno parte dei dati di elevato valore che ogni Stato membro è tenuto a pubblicare, come previsto dalla Direttiva (UE) 2019/1024 e dal Regolamento di esecuzione (UE) 2023/138 della Commissione europea.
I dati di alto valore (in inglese high-value datasets) sono insiemi di dati pubblici che l'Unione Europea ha identificato come particolarmente utili per generare benefici economici, ambientali e sociali, se resi disponibili gratuitamente e senza restrizioni. Si tratta di dati con forte potenziale di riutilizzo, soprattutto per creare servizi digitali innovativi.
Per chi segue il tema dei dati aperti, l’indirizzario – ovvero i dati sui numeri civici – era da più di un decennio tra i più attesi di sempre. Perché i numeri civici sono uno dei modi più semplici per collegare qualcosa o qualcuno a un punto preciso sul territorio. Sono tra i dati più usati ogni giorno: per chiamare un taxi, ordinare una pizza, visitare un museo, o per qualsiasi analisi in cui c’è di mezzo un indirizzo.
Sono stati pubblicati 26,7 milioni di numeri civici, ma 25,6 milioni sono privi di coordinate. È come produrre automobili senza ruote.
Chiedersi se tutto questo è a norma impoverisce, a nostro avviso, la valutazione. Ma purtroppo è necessario aggiungere alcune note in merito:
nelle Specifiche Tecniche, per ragioni non documentate, la raccolta delle coordinate per i numeri civici è considerata facoltativa;
nel Regolamento di esecuzione (UE) 2023/138, più recente del documento precedente, la “geometria” è considerato un attributo chiave.
In questa mescola di contraddizioni e di scelte di fondo non comprensibili, il fatto normativo più impattante è però questo: l’attuazione del Regolamento UE 2023/138 non deve comportare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, nel rispetto del principio di invarianza finanziaria.
Questo è un punto di debolezza noto delle norme e regolamenti sui dati aperti.
È un’evidenza di cui abbiamo avuto riscontro diretto dall’Agenzia delle Entrate a cui abbiamo chiesto come mai non ci fossero le coordinate. Ci hanno risposto:
Ai sensi dell’art. 4 del DPCM l’ANNCSU (ndr Archivio Nazionale dei Numeri Civici delle Strade Urbane) è realizzato dall’Istat e dall’Agenzia delle entrate, ma l’aggiornamento è di competenza dei comuni. Va inoltre evidenziato che come previsto nell’ambito del richiamato articolo di legge, dall’attuazione delle disposizioni previste non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Sull’homepage del sito si riporta un completamento all 99.96%. Ma se questo conteggio fosse fatto rispetto alla completezza dei dati, alla vera usabilità degli stessi, sarebbe poco più del 50% (tenendo conto dell’insieme dei numeri civici e dell’elenco delle strade).
In ultimo c’è un elemento funzionale contraddittorio. Per la città di Palermo ad esempio sono presenti circa 165.000 numeri civici, di cui il 100% è senza coordinate.
Se però si apre la pagina web per la ricerca dei numeri civici, e si usano uno o più punti con coordinate note, questi vengono visualizzati nella posizione corretta su mappa (vedi esempio sotto), quindi hanno delle coordinate associate.
Perché queste informazioni non sono presenti anche nei dati aperti? Sono di bassa qualità? Perché la cosa non è documentata, dichiarata o spiegata?
Quella dei numeri civici in open data è una storia a metà: un'opera incompiuta che, pur segnando un passo avanti, lascia l’amaro in bocca. La pubblicazione dell’ANNCSU doveva essere un momento storico per l’ecosistema dei dati aperti: finalmente disponibili i riferimenti spaziali fondamentali per collegare cittadini, servizi e territorio. E invece ci troviamo davanti a un database monco, privo dell’elemento che dà senso al tutto: le coordinate.
I dati sono veramente di alto valore se sono utili alla società, alle imprese, alla pubblica amministrazione stessa. Così è sprecare un’occasione.
📅csv,conf,v9: la conferenza più bella sui dati sarà in Italia
Siamo felici di condividere con te un evento imperdibile, se ami i dati e l’innovazione: csv,conf,v9!
È pensato per chi crea, cura, usa e ama i dati — e quest’anno si terrà a Bologna, dall’8 all’11 settembre 2025.
Il tema di questa edizione ci piace molto: Dati per le Comunità.
“Dati per le Comunità” significa riconoscere che i dati non appartengono solo a server o fogli di calcolo, ma devono essere nelle mani di chi lavora per migliorare i quartieri, i servizi sociali, la scuola e le politiche pubbliche. È un invito a esplorare come gruppi civici, associazioni locali e attivisti possano usare i dati aperti per affrontare problemi reali, costruire fiducia e generare cambiamenti duraturi.
👉 Se vuoi proporre un intervento, hai tempo fino al 27 aprile 2025!
Cerchiamo presentazioni da 25 minuti (20 minuti + 5 di domande opzionali) su temi come:
raccolta dati partecipata e strumenti per il crowdsourcing;
uso dei dati aperti per progettare infrastrutture più eque nelle città;
esperienze didattiche che portano la cultura dei dati in contesti fragili;
in generale, qualsiasi contributo coerente con il tema "Data for Communities".
Vuoi saperne di più di csv,conf? Guarda gli interventi delle precedenti edizioni su YouTube.
🎙️ La mia parte… di Europa
L’Europa è nei quartieri, nelle scuole, nelle voci di chi si impegna per migliorare il proprio pezzo di mondo. La nuova edizione del podcast La mia parte, prodotto da ActionAid in collaborazione con Chora Media, racconta proprio questo: come i fondi europei possano diventare strumenti di cambiamento concreto per le comunità locali.
Un viaggio tra bonifiche ambientali, prevenzione dei disastri naturali, case rifugio per donne vittime di violenza e monitoraggio civico del clima che cambia. Lo sguardo è quello di studenti e studentesse che si sono messi in gioco per capire dove vanno a finire davvero i soldi europei, con occhio attento a quelli delle politiche di coesione.
Ecco cosa troverai, puntata dopo puntata:
Taranto: la bonifica del Mar Piccolo e il diritto a un ambiente sano.
Macerata: la messa in sicurezza del fiume Potenza dopo l’alluvione.
Salerno: una casa rifugio che nasce in un bene confiscato alla mafia.
Alto Adige: due ragazzi alle prese con lo studio dei ghiacciai che si ritirano.
E ovunque: il valore della cittadinanza attiva, spiegato da chi lo vive.
Dietro questo lavoro c’è il progetto europeo AwareEU, che punta a rendere più visibili i risultati della Politica di Coesione e del PNRR. Un progetto di ActionAid Italia, Info.Nodes, Monithon e noi di onData.
I dati aperti di OpenCoesione sono stati tra le “materie prime” per la realizzazione di questo progetto.
Qui sotto il trailer. Tutti gli episodi su Spotify, Apple Podcasts, Amazon Music, YouTube e su feed RSS.
📊 Sondaggio contro l’odio online
Chi subisce odio online spesso resta in silenzio. Perché si sente solo. Perché pensa che nessuno ascolterà. Perché, a volte, è difficile perfino capire se quello che si è vissuto è davvero un attacco.
Proprio per questo nasce il sondaggio lanciato all’interno del progetto #ElephantTalk: per raccogliere dati su come si esprimono e si percepiscono l’odio di genere e il body shaming nella sfera digitale. Non per fare numeri, ma per dare voce. E strumenti.
Il sondaggio è una delle azioni coordinata da Maghweb in collaborazione con Impact Hub Athens, Polylogos Association e Young Educators – European Association, finanziata dalla Commissione Europea nell’ambito del programma CERV (Citizens, Equality, Rights and Values).
😉 Piccole soddisfazioni: i link stabili ai dati aperti del PNRR, ora citati anche nell’ultima relazione al Parlamento
Fino ad alcuni mesi fa i link (gli URL) dei dati aperti del Catalogo Open Data del sito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) variavano ad ogni aggiornamento dei dati.
Da qualche giorno è online la “Sesta Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. Nella Sezione I, c’è un capitolo dedicato ai dati aperti dove si segnala che gli URL ora sono stabili.
Ci fa molto piacere: è una proposta che avevamo avanzato nell’ambito dei lavori del Piano d’Azione Nazionale per il Governo Aperto e che lì si è concretizzata.
📉 Ora di religione a scuola: per l’ennesima volta, è servita una richiesta FOIA
Non è normale dover chiedere ogni anno gli stessi dati.
Anche quest’anno, per conoscere quanti studenti scelgono di non frequentare l’ora di religione, è servita una richiesta di accesso civico generalizzato. A presentarla, come sempre, l’UAAR. E a renderli pubblici non è stato il Ministero, ma un’associazione.
Parliamo di dati nazionali, rilevanti, sensibili, che riguardano oltre un milione di studenti. Eppure non sono disponibili nel portale ufficiale del Ministero dell’Istruzione e del Merito. Nessuna pubblicazione proattiva, nessuna sezione dedicata, nessuna serie storica.
È davvero singolare che si debba ancora bussare alla porta per ottenere questi dati. Che andrebbero invece pubblicati ogni anno, in formato aperto e accessibile, come previsto essenzialmente per tutti i dati della Pubblica Amministrazione (per eccezioni e dettagli, ci sono le linee guida open data).
👉 Il report completo è disponibile qui → uaar.it/dati-no-irc
🛏 Censimento dei senza dimora a Roma
A Roma si è svolta la "notte della solidarietà", un’indagine congiunta tra Roma Capitale e Istat per approfondire i profili e le condizioni delle persone senza dimora.
Durante l’iniziativa, oltre 1700 volontari hanno incontrato circa 2.200 persone tra chi vive in strada e chi si trova in strutture di accoglienza notturna. I primi dati mostrano che la maggior parte delle persone incontrate è di origine straniera, con Romania, Somalia e Marocco tra i Paesi più rappresentati. L’età media è inferiore ai 46 anni per chi vive in strada e intorno ai 53 anni per chi è ospitato nelle strutture. Le donne costituiscono circa il 16-17% delle persone in strada e il 25% tra gli ospiti delle accoglienze notturne.
Tra le criticità più rilevanti: l’accesso ai servizi sanitari e il fatto che oltre sei persone su dieci dichiarano di non aver mai lavorato.
L’iniziativa rappresenta un’indagine pilota che anticipa un progetto più ampio, destinato a coinvolgere diverse città metropolitane. I risultati completi saranno diffusi in seguito.
Strumenti/risorse
🕸️ Simon Wilson spiega come realizzare un web scraper utilizzando diverse tecniche, dal javascript all'utilizzo dell'AI.
🎓 Code Like a Journalist, un corso online, gratuito e open-source pensato per i giornalisti (e non solo) per analizzare dati e creare visualizzazioni con TypeScript.
🗞️ Data Formulator 2, un sistema di visualizzazione alimentato dall'intelligenza artificiale che facilita la creazione iterativa di grafici.
📺 Navigating Europe's data strategy:il percorso dell'Europa verso un'economia unificata basata sui dati, le politiche chiave come la Direttiva sull'Open Data, i dataset ad alto valore e il Data Governance Act.
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🔧 Any Map Puzzle: creati il tuo puzzle a partire da una mappa basata sui dati di OpenStreetMap e risolvilo.
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